Visita Guidata al Palazzo Giustiniani-Odescalchi di Bassano Romano è uno dei grandi patrimoni artistici della Tuscia che ci attende, insieme al territorio che lo circonda, per essere conosciuto e per regalarci autentiche sorprese dalla bellezza inaspettata.

Si inizierà la visita proprio dalla Chiesa di San Vincenzo che si trova poco fuori della città e che venne costruita per volontà della famiglia Giustiniani. Dal Monastero ci si sposterà in auto nel borgo per la visita di Villa Giustiniani e delle sue stanze affrescate.

L’attuale Palazzo Giustiniani, nel medioevo era un classico maniero feudale la cui titolarità non è certa. Tra al fine del XV e l’inizio del XVI secolo la proprietà dell’edificio passò agli Anguillara, potente famiglia dell’epoca, i quali apportarono delle sostanziali modifiche all’architettura della fortezza che diventò una tipica residenza Rinascimentale.

Nel 1595 Giuseppe Giustiniani acquistò il feudo di Bassano e apportò all’edificio modifiche ancora più radicali che gli fecero assumere, insieme al Parco, l’aspetto attuale. La sua pianta, rivolta verso il parco, dimostra chiaramente l’intendimento di porre l’edificio in relazione diretta con il giardino ed il parco.

Salendo per un elegante scalone si raggiunge il loggiato, le cui volte presentano raffinate grottesche affrescate verso la fine del 1500 e integrate con altri soggetti nel decennio successivo all’acquisizione dei Giustiniani.  Le sale sono decorate da pregiati affreschi opera di artisti di grande fama come il Domenichino, Francesco Albani, Bernardo Castello e Paolo Guidotti Borghese.

I Giustiniani ebbero possesso del feudo di Bassano e del palazzo fino al 1854, quando, per notevoli difficoltà economiche, lo cedettero a Livio Odescalchi. Gli Odescalchi tennero la residenza bassanese fino al 2001, quando decisero di venderlo allo Stato italiano, insieme ai suoi ettari di giardini.

Oltre alla bellezza dell’architettura e degli affreschi bisogna ricordare che Palazzo Giustiniani è stato utilizzato da Federico Fellini come set di alcune scene de La Dolce Vita, guardando le quali ci si può fare un’idea di come fossero gli interni nel 1960, di una bellezza decadente ma ancora sostanzialmente intatti.