Il Sacro Bosco di Bomarzo, conosciuto come Parco dei Mostri, è un luogo unico al mondo e la visita guidata diventa un’esperienza indimenticabile e fondamentale, per comprendere i simboli rappresentati nelle gigantesche sculture che danno vita e voce all’ universo di un uomo solitario ed originale, una mente in anticipo con i tempi:Vicino Orsini.
Il progetto fu fortemente voluto dal genio e dalla creatività del nobile signore Pier Francesco Orsini o come lo chiamavano tutti Vicino Orsini, che fu al tempo stesso committente e autore di questo giardino fuori dai canoni e dalle regole rinascimentali della metà del 1500.
Il principe di Bomarzo dopo aver lavorato nel borgo e terminato l’ampliamento del palazzo già iniziato dal padre creerà un luogo di meditazione sulla vita e sulle vicende storiche del suo tempo, grazie alle sue conoscenze letterarie filosofiche e all’amicizia con grandi personaggi del periodo, che proprio in quegli anni stavano realizzando nella regione le loro splendide ville Rinascimentali: ricordiamo Palazzo Farnese a Caprarola di proprietà del Cardinale Alessandro Farnese, la Villa di Bagnaia del Cardinal Gambara e ancora Palazzo Papacqua a Soriano nel Cimino del Cardinale Madruzzo e non ultimo per importanza il Castello Monaldeschi a Montecalvello, molto legato al Sacro Bosco per i simboli ermetici ed alchemici.
«Voi che per il mondo gite errando, vaghi di veder meraviglie alte et stupende venite qua, dove son facce horrende, elefanti, leoni, orchi et draghi».
Vicino Orsini nei boschi di sua proprietà ai piedi del borgo di Bomarzo, dedicò tutta la sua vita al suo progetto e attraverso un percorso animato da imponenti e originali sculture, realizzate nei blocchi di peperino direttamente sul posto ed ispirate alla mitologia classica, ai poemi cavallereschi del periodo e alla filosofia ermetica che tanto affascino artisti ed intellettuali, guida i visitatori con una serie di epigrafi che spingono a riflettere sul destino dell’uomo. Uno dei testi fondamentali della tradizione ermetica che aiutano a comprendere il Sacro Bosco è sicuramente l’idea del Teatro di Giulio Camillo.
Il percorso si sviluppa su tre livelli nella collina. Giunti nel punto più alto di una simbolica piramide che rappresenta la vita, si compie una sorta di purificazione dell’anima. Il Tempietto posto nel punto più alto della piramide è un luogo di pace, da lui dedicato al ricordo della moglie Giulia Farnese e ultimo luogo di pace tra querce secolari e prati.
Ancora oggi il Sacro Bosco di Bomarzo è un luogo unico al mondo “che sol a se stesso somiglia e a null’altro” come scrisse lo stesso Vicino Orsini in una delle epigrafi che si incontrano nel percorso. Il Parco dei Mostri è di proprietà della famiglia Bettini che dal 1950 lo ha acquistato e ne ha curato con amore e dedizione il recupero.
Alla sua morte, il Sacro Bosco viene abbandonato e la natura nei secoli successivi riprende possesso dei suoi spazi. Viene riscoperto solo agli inizi del Novecento ed inizia ad attrarre i grandi artisti dell’epoca, che lo faranno conoscere al mondo. Quelle sculture così particolari all’epoca erano ritenute mostri di pietra e a questa interpretazione si deve il nome Parco dei Mostri che lo ha reso celebre nel mondo.
Salvator Dalì è uno degli artisti più eclettici che visita il Parco dei Mostri e per alcune sue opere prende ispirazione dalle sculture del sacro bosco. L’artista del ‘900 Niki de Saint Phalle ne fu affascinata e per il suo Giardino dei Tarocchi trasse ispirazione dal Sacro Bosco. L’architetto Tommaso Buzzi progettò la sua città ideale che si materializzò più tardi nel progetto della Scarzuola e ancora molti altri artisti come l’architetto Paolo Portoghesi trassero ispirazione dal genio e dalle creazioni di Vicino Orsini.
Dopo la visita del Sacro Bosco chi vorrà potrà fare insieme a me, una passeggiata a Bomarzo per ammirare la struttura medievale del borgo arroccato su un suggestivo pianoro di peperino e affacciato sulla valle del Tevere