Un itinerario naturalistico di rara bellezza e molto ricco di storia immerso nella Riserva Naturale Regionale Monterano.

Visitare l’antica città di Monterano è un’emozione unica e camminare in mezzo alla natura selvaggia e varia della Riserva  lo è ancor di più.  Il paese della Tuscia laziale scomparso ed abbandonato a partire dal 1700 a causa della malaria, e poi in maniera definitiva nel 1799 con l’invasione napoleonica, rappresenta un unicum dei trekking e delle passeggiate alla scoperta delle realtà dimenticate.

Insieme ad Anna Rita Properzi si partirà dal parcheggio nei pressi delle Cascate Diosilla, camminando lungo il sentiero che costeggia il torrente Biscione fino alla Zolfatara, una splendida manifestazione di vulcanismo secondario. Si proseguirà camminando su una carrareccia, fino a raggiungere il ponte sul fiume Mignone. Non lontano dal fiume che scorre lento nella valle, si arriverà alla sorgente ferruginosa del Rafanello, davvero una piccola meraviglia.

Sul pianoro dell’antico abitato si potranno ammirare le rovine della Chiesa di San Bonaventura, progetto di massima di Gian Lorenzo Bernini ma realizzati dagli architetti Mattia De Rossi e Carlo Fontana, che sono oggi i ruderi più evocativi.  Le rovine del Palazzo Altieri e l’imponente acquedotto, con la Chiesa di San Rocco che si trova accanto al Palazzo, il campanile della cattedrale, la Porta Gradella (una delle tre di Monterano) colpiscono per il connubio insolito e suggestivo di epoche diverse e per il grande valore architettonico.

Il palazzo fortezza fu ampliato e rimodernato dalle famiglie Orsini e Altieri (il primo nucleo composto da una torre e mura di cinta, fu costruito nel periodo dell’alto medioevo). La monumentale fontana berniniana, addossata sulle mura del Palazzo Baronale e sormontata da un leone di pietra nell’atto di far sgorgare una cascata d’acqua con una poderosa zampata nella roccia (copia dell’originale oggi conservato nell’atrio del palazzo comunale di Canale Monterano) è uno dei simboli più ammirati dell’antica città.

Tutte queste ambientazioni storiche non potevano essere ignorate dal mondo della celluloide. Mario Monicelli vi girò alcune scene di “Brancaleone alle Crociate”, de “Il Marchese del Grillo” e di “Speriamo che sia femmina”. William Wyler vi ambientò parte di “Ben Hur”, Richard Donner con Ladyhawke e ancora molti altri film furono ambientati in questa splendida cornice.