A differenza di altre rocche edificate o ristrutturate dai Farnese, il palazzo di Carbognano, nonostante la sua imponenza, non domina il borgo da una posizione sopraelevata, come avviene invece nella vicina Caprarola.
La Rocca risale ai primi decenni del ‘200. Ristrutturata intorno al ‘500, costituisce il perno intorno a cui il borgo è nato e si è sviluppato a livello urbanistico e storico.
A partire dal XIV secolo, il Castello divenne insediamento dei Prefetti Di Vico e fu poi ceduto a Everso II di Anguillara, nel 1432. Nel 1454 subentrò la Camera Apostolica che lo conservò fino al 1494, quando papa Alessandro VI Borgia lo affidò a Orsino Orsini, marito di Giulia Farnese.
Di notevole importanza storica sono gli affreschi, gli stucchi e i fregi architettonici che si possono ammirare nel salone nobile della Rocca di Carbognano.
«Aquile, gigli, scudi, alberi, piante, uccelli, frutta, animali, ori, liocorni, nastri, festoni, cornucopie, maschere e tutto ciò che il Rinascimento ha creato o preso in prestito dal Medioevo», scrive Giuseppe Moscatelli. Inoltre, nel cosiddetto “Salone dei Simboli”, ritroviamo una ricchissima serie di apparati simbolici.
Altro ambiente di pregio (rarissimo per quei tempi e per il concetto stesso di cura dell’igiene dell’epoca) è la stanza da bagno, situata nel versante nord del Castello, in una torre circolare. Secondo quanto riportato in testi storici, il “bagno di Giulia”, o “stufa” e “cappella”, consisteva in una stanza circolare con volta a piccola cupola e finestra. La vasca era piuttosto grande e in grado di accogliere più persone. Un vero e proprio impianto idraulico, attraverso apposite tubazioni, vi convogliava acqua calda, ma non solo: nella stanza poteva essere immesso, attraverso un buco nel pavimento, vapore caldo grazie ad apposite stufe, ottenendo una vera e propria sauna.