Il colle tufaceo su cui sorge Civita di Bagnoregio è minato alla base dalla continua erosione di due torrentelli che scorrono nelle valli sottostanti e dall’azione delle piogge e del vento che agiscono sulle sabbie pleistoceniche che formano la base su cui sorgeva la città. Questo sostegno si sta dunque sgretolando, lentamente ma inesorabilmente.

E’ la città che ha dato i natali a San Bonaventura grande filosofo e teologo della Chiesa. La più bella definizione di Civita è del suo figlio Bonaventura Tecchi: “la città che muore”.

Per il borgo, dove resistono a vivere poche famiglie, oggi sono stati tentati molti esperimenti scientifici, ma l’uomo non riesce a combattere contro la natura. Nonostante la definizione “catastrofica”, in questo luogo tutto parla di vita, di colore, di fiori, una dimensione assolutamente unica lontana dai rumori della città e dai ritmi frenetici della vita moderna.

Si può arrivare al borgo di Civita solamente a piedi attraverso un ponte pedonale, costruito nel 1965, che è andato a sostituire l’originale sede stradale che faceva da collegamento naturale alla collina che è stato distrutto dall’erosione nel tempo.

Dalla città si può ammirare il bellissimo panorama contornato da creste bianche scolpite dal vento e dall’acqua, i cosiddetti Calanchi. La Valle dei Calanchi è un ambiente unico per le incredibili forme del paesaggio, apparentemente scolpiti da mani artistiche e fantasiose ed invece realizzate da secoli di erosione delle sabbie antiche e dei tufi vulcanici.